Previous Next

Capranica

Altitudine (m.s.l.m.): 370
Popolazione: 5.604 (2001)
Link: https://www.comune.capranica.vt.it/

Parte della più antica donazione imperiale al papa (728 d. C.), quella Valle di Sutri che costituirà il primo nucleo del Patrimonium Sancti Petri, Capranica è una cittadina sviluppatasi, come tanti altri centri del territorio, sopra uno sperone di tufo a circa 370 metri di altitudine sul livello del mare.

L’abitato etrusco fu poi conquistato dai romani che vi stabilirono un presidio militare, vuoi per la vicinanza con l’importante città di Sutri, vuoi per la splendida ed amena posizione, vuoi per il clima invidiabile e la ricchezza di boschi e di acque: da qui, infatti, provengono molte ed apprezzate acque oligominerali oggi in commercio, acque termali e curative e pure acque di fonte che gli abitanti ancora oggi utilizzano per il proprio consumo senza divulgarne troppo il nome e le proprietà. Il territorio è d’origine vulcanica, e l’abbondanza di minerali presenti nel sottosuolo arricchisce le acque senza per questo renderle sgradevoli al gusto. A poca distanza dall’abitato s’innalza la mole verdeggiante del Monte Fogliano, ricco di cerreti e faggeti: ma sono i castagni, i noccioli e le viti di Capranica a produrre i frutti più apprezzati e sono i pini a rallegrare le festività natalizie (anzi, una gentile proposta della comunità avrebbe voluto fosse Capranica a fornire un albero di pino al Pontefice: purtroppo la storia e la scomparsa del parroco, don Luigi Micheli, unitamente alla morte di papa Giovanni XXIII decisero altrimenti).

Un nuovo abitato fondato più a nord dai romani venne chiamato Vico Matrino: il suo territorio era attraversato dalla Via Cassia, importante arteria che collegava (ed ancora collega) Roma con Viterbo, così da consentire il veloce transito delle merci qui prodotte e smerciate nei centri maggiori. Al crollo della potenza di Roma i barbari invasero anche queste zone, distrussero Vico Matrino e ne dispersero la popolazione; le case dell’antico centro, abbandonate e diroccate, divennero presto un rifugio per i pastori, che vi si stabilirono poi definitivamente con i loro greggi di capre dando così alla città il suo nome. Sappiamo che nel X secolo Capranica fu concessa dall’imperatore Ottone III al monastero dei Santi Alessio e Bonifacio sull’Aventino; sempre nel Medioevo, Capranica costituì un importante presidio della Santa Sede ma ebbe a soffrire nei secoli diverse invasioni: vi giunsero i Longobardi ed i Franchi (da qui passò Carlo Magno, che poi a Roma sarebbe stato incoronato imperatore); fu terrorizzata da briganti e dalle truppe dei signori feudali che ne disputarono il possesso alla Santa Sede.

Feudo degli Anguillara, passò poi ai Da Vico per ritornare agli antichi Signori: ospite di questi ultimi fu Francesco Petrarca, che vi giunse nel 1337. Scacciati gli Anguillara nel 1465, la popolazione fece atto di dedizione al Papa, ricevendone in cambio esenzioni e benefici. Il governo della Santa Sede fu gestito attraverso la nomina di governatori cardinali, l’ultimo dei quali fu il cardinale Alderano Cybo: a partire dal 1676 fu affidata a governatori laici che si successero per circa un secolo, fino alla conquista napoleonica.

In epoca moderna le vicende di Capranica non raggiunsero i drammatici vertici vissuti altrove, a Ronciglione, ad esempio, o a Monterano: fu conquistata dalle truppe francesi e si adeguò alla nuova gestione amministrativa, abbastanza apprezzata, se si esclude l’abitudine alla leva forzata, la partecipazione alle imprese militari del nuovo ed intraprendente governo e la deportazione degli oppositori e degli affezionati all’Ancien Régime. Anche la comunità di Capranica eresse il proprio Albero della Libertà, abbattuto nel 1799, e l’aquila dorata, pacificamente trasportata nel Duomo. Più tardi, conquistato dalle armate guidate dal Principe di Sassonia, Capranica avrà un suo governo provvisorio del quale faranno parte distinti membri della borghesia locale. Vi passerà Mazzini, diretto a Roma, che ne conserverà un vivido ricordo; ed infine dalle milizie del Re d’Italia, che vi entreranno il 17 settembre 1870.

Oggi la città offre a turisti e visitatori le tante e differenti bellezze di un territorio affascinante, dove la cordiale affabilità degli abitanti si unisce con la varietà e la competitività delle strutture ricettive.